Progetti - Nazarat

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Sotto l’incalzare dell’avanzata dell’Isis, nell’estate 2014, quando è nato il comitato Nazarat per i cristiani perseguitati, la prima cosa che abbiamo posto in essere è stata la preghiera. E lo abbiamo fatto appellandoci all’Umano, non solo alla fede; questo perché convinti che la preghiera possa essere lo strumento più umano ed efficiente. Ma da subito, abbiamo voluto unire l’invocazione alla solidarietà e alla risposta ‘concreta’ ai bisogni dei nostri fratelli travolti dalla violenza e dall’odio. E’ così nata anche la raccolta di fondi che abbiamo sollecitato per aiutare i nostri fratelli del Medio Oriente a restare nelle loro terre e tra il loro popolo che hanno origini molto antiche; in alcuni casi, per esempio nella piana di Ninive e nell’area posta ai confini tra Iraq, Siria e Libano, la comunità cristiana ha origini apostoliche.

All’inizio fu l’adesione alla campagna di Asia News ‘adotta un cristiano in Medio Oriente’, il sostegno all’Avsi e alla chiesa siro-cattolica di Erbil, oggi l’adesione alla campagna in collaborazione con la onlus Orizzonti ‘Adotta una famiglia cristiana in Siria’.

Più di recente abbiamo condiviso l’iniziativa promossa dall’associazione ‘Aiuto alla  Chiesa che soffre’, di proiettare il colore rosso sulla famosa fontana di Trevi a Roma per ricordare il sacrificio e il sangue versato dei martiri cristiani nel mondo, oggi ancor più numerosi di quelli dei primi secoli nell’impero romano.

C’è infine un aspetto culturale di comprensione e analisi della situazione che appare molto difficile investita com’è dalla discesa in campo delle grandi potenze mondiali e regionali, i cui interessi segnano così drammaticamente i conflitti mai sopiti e annosi in quell’area, le cui principali e incolpevoli vittime sono sempre i civili, specialmente i più deboli come bambini, donne e anziani. Da qui l’incontro con il giornalista Giorgio Paolucci ed anche appoggio agli incontri organizzati in altre città, il più recente dei quali s’è svolto a Perugia.
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